Testo: Giovanni Bonanno: Un mistico della pittura
Pagine: 9 - 10
Anno di pubblicazione: 2015
Non mimesis della natura è l’arte, ma sua trasfigurazione e astrazione. Lo sa bene Mario Vanini che nelle tele imprime non la realtĂ , l’oggetto in sĂ©, l’evento, la figura, bensì lo stupore di una visione trascendente, di matrice poetica, intimamente sacra. Una pittura,la sua,radicata nella modernitĂ , francese ed italiana insieme, che assomma i valori plastici riconducibili a maestri come Paul CĂ©zanne e Carlo CarrĂ . L’uno architetto della pittura che geometrizza l’esistenza, l’altro novecentista innamorato della ragione utopica del quattrocento. Di questi due geni Mario Vanini assume il rigore costruttivo e la pregnanza cromatica nella creazione di forme umane e paesaggistiche, vibranti di emozioni e pensieri senza indulgere a sentimentalismi e narcisismi. Essenziale la composizione di Vanini, cui si accompagna una pennellata magmatica satura di colori materici – terrestri, celesti, marini – stesi, in genere, con ampio tratto orizzontale su dense stratificazioni, per cui la materia pittorica si rivela pulsante come la terra che traduce. Sebbene sospesa in una dimensione altra, questa pittura non manca di carne. Non è pittura evanescente, di puro intimismo o di fantasia sacrale. E’ icona di una umanitĂ , erotica e spirituale a un tempo. Possiede la sensualitĂ del corpo e il trasalimento dello spirito. Per questo è vera pittura. La costituisce la materia stessa che struttura la natura e la ricrea un artista che non dimentico dell’essenza concepita dal Creatore. Ecco perchĂ© i quadri sono sussulti della terra e del cielo, in grado di esprimere lo splendore del cosmo e l’enigma dell’uomo nel loro voler essere cantico d’amore.