Testo: Giovanni Bonanno: Palermo Barocca
Editore: Salvatore Sciascia
Pagine: 13 - 40
Anno di pubblicazione: 2015
È tra le capitali del barocco italiano Palermo, partecipe con peculiarità linguistica di una civiltà di pensiero e d’arte che perdura quasi un secolo e mezzo, a partire da fine cinquecento per giungere alla quarta decade del settecento. Epoca complessa, traversata da turbinii spirituali, tesa al superamento di una razionalità prigioniera dei suoi paradigmi, aperta alla visione di alterità metafisiche e teologiche, pregna di realtà antropologiche che fondano un modus vivendi coinvolgente natura e storia, corpo e mente, quotidianità e trascendenza. Per comprenderne la dimensione urge riferirsi, di là da speculazioni intellettive, ai maestri del tempo, la cui immaginazione stupisce ancora il XXI secolo per arditezza d’intuizione, problematica esistenziale, fascino di semantiche, dialettica di eros e thanatos, appercezione del mistero, iscritti nei capolavori. È la stagione di Bernini e Borromini, Caravaggio, Rubens e Van Dyck, Velasquez e Zurbaran, Poussin e De La Tour, Rembrandt e Veermer. Geni che definiscono la concezione barocca e la sua profondità , che si esplicita in creazioni d’architettura, scultura e pittura. Non in puri codici di stile si presenta il barocco.