Testi in volumi

Scultore controcorrente. In una stagione di contemporaneismo, determinato dal rifiuto della figura, di cui si nega valenza formale e incidenza psicologica, Salvatore Rizzuti fonda la sua concezione nei maestri dell’antichità e della modernità, vivendone lo spirito.

In linea con la ricerca di Marianne Ström l’intervento di Giovanni Bonanno analizza alcuni dei capitelli del chiostro di Monreale, che si relazionano al tema degli « animali sacri o malefici ».

Non l’abisso che impaura, ma la vertigine catartica dell’alto, palpitante di luce, si impossessa della mente. Il dipinto opera un ribaltamento prospettico per cui l’immensità del pelago si epifanizza in volta celeste.

Poetica di surrealtà si presenta questa mostra attorno al tema della circumnavigazione dell’ignoto, oltre l’ardimento di Ulisse, verso l’oscurità dell’io.

Due anni dopo, la seconda edizione conferma il valore della novità, sostenuta dalla Pontificia Commissione per l’Arte Sacra in Italia e da personalità quali Carli, Mascherpa, Scheiwiller, Vigorelli. Partecipano 53 fra i maggiori artisti.

Nonostante l’estrema secolarizzazione, non mancano negli artisti d’oggi ideali estetici palpitanti d’etica, ansia di spiritualità, fermenti di umanesimo cristiano.

Possiede concretezza plastica, quasi sempre monocroma. Una durezza metallica che non facilita la fuga nel sogno e che pone al cospetto della res naturale e storica, facendosi corpo di persone e luoghi nell’abitare tempo, spazio e mente.

È in essa ritratta la tragedia del Golgota con l’affanno dell’agonia dinanzi alla madre che culla il figlio, carne della sua carne, come nel giorno del natale, intuendo il suo destino.

Essenziale la composizione di Vanini, cui si accompagna una pennellata magmatica satura di colori materici – terrestri, celesti, marini – stesi, in genere, con ampio tratto orizzontale su dense stratificazioni.

È tra le capitali del barocco italiano Palermo, partecipe con peculiarità linguistica di una civiltà di pensiero e d’arte che perdura quasi un secolo e mezzo, a partire da fine cinquecento per giungere alla quarta decade del settecento.

Un autore della provincia, attivo all’interno di una geografia di confine, lontano dalle capitali dell’arte, che testimonia con il suo eclettismo l’urgenza di apertura ai linguaggi italiani della modernità.

Favorita da connivenze e omertà di politici, imprenditori ed ecclesiastici la mafia assurge a padrona della Sicilia. Dopo decenni di reticenze la Chiesa, nsfida l’arcivescovo di Palermo e uccide padre Giuseppe Puglisi, voce del vangelo e dei poveri

La ribellione e l’accusa fanno parte del disimpegno o se si vuole del genio guastatore. Non sufficienti né per costruire ponti, né tanto più per creare umanità. Il suo è engagement di idee, incontri, dibattiti, condivisione di piani, unità di intenti, che gli deriva dall’eredità filosofica, dalla scienza giuridica, dalla formazione sturziana.

L’arguzia, intrisa di amara ironia, si addice a Rosario La Duca. L’eredità da scrittori come Raymond Queneau e Giuseppe Tomasi, gli consente di vergare pagine graffianti sulla realtà di Palermo.

Di Rossi svelano aspetti trascendenti e interiori, con Timothy Verdon, Jérome Cottin, Antonio Natali e Marko Ivan Rupnik.

Il libro, ricco di ricordi e di episodi, rende, talvolta criticamente, viva la figura di un eminente protagonista, nella Sicilia del secondo novecento, che avvia processi di rinnovamento nella coscienza ecclesiale e civile.

Narrativo è l’espressionismo realista di Marino. Drammatico nell’iconografia della memoria e dello spazio, che sa di angoscia per la tavolozza satura di campiture di rossi e di neri bituminosi.

Allo scandalo divino guardano innocenti e criminali, credenti e atei, filosofi e poeti, mistici e artisti, ancora oggi, attratti da una ragione altra, che spiega l’assurdo con l’enigma stesso.

Santo Marino si colloca biograficamente tra il 1924 e il 1991. Stagione nella quale si inserisce la Sicilia dei fermenti intellettuali, di scrittori, filosofi, poeti e artisti necessitanti, secondo un sentire individuale, di partecipazione alla storia.

Esalta la storia di un popolo e il suo patrimonio d’arte e fede Vestita di Sole, che mette in rilievo alcuni capolavori siciliani, realizzati nel corso dei secoli.

Vasta è la ricerca che sostanzia il volume: essa indaga la molteplicità dei manufatti in marmo e pietra, con seria documentazione storiografica e analisi critica.

Nasce dalla necessità di fermare un istante dell’essere il disegno di Totò Bonanno.

Tuttavia la concezione monofisita della tradizione orientale, riguardante la natura umana assorbita dalla natura divina, serpeggia anche in occidente, a lungo, per giungere sino al basso medioevo. L’umanità è un rivestimento unito, per accidens, alla divinità, che consente al Logos di mostrarsi come carne.

Nella carne entra il Logos, che di essa si nutre e si veste, facendo risplendere del Kadosh biblico. Divina carne, segno del pulchrum trascendentale, secondo l’accezione di Tommaso d’Aquino, che possiede la drammaticità della carne umana.

Nell’opera critica, edita da San Paolo, comprendente l’intero percorso dell’arte cristiana, a partire dalle catacombe, la contemporaneità svolge un ruolo significativo.

Chiama Armonie i dipinti di questa stagione la Horat che colma di cirri e cumuli stratiformi, balenati da torrenti di luce che inventano, di là da gravitazione, camminamenti chimerici, onirici planamenti, viaggi astrali verso l’infinito.

Giovani artisti che rivelano nell’ esercizio di una pittura, pregna di rimandi formali e intellettuali, la capacità di esprimere temi evangelici con la forza di una spiritualità moderna, con i linguaggi figurali della contemporaneità, il mysterium crucis.

Si ha l’impressione di leggere un trattato di fisica ed invece Scimeca racconta il destino del cosmo, liberando la sua passione di poeta.

A partire dalle avanguardie storiche fino al neorealismo e al neoespressionismo, alla pop art e alla minimal art, l’evento creativo è mosso da riflessioni interiori, immuni da edulcorazioni. Il suo è segno vivido che ritrae l’identità della persona e il suo silenzio.

Comincia ad essere coscienza ecclesiale l’arte sacra contemporanea.

Nell’anno del Giubileo viene pubblicato questo testo che è, a un tempo, di teologia, critica d’arte e poesia.

La nascita del barocco è preannunziata dalla macchina d’acqua che adorna piazza Pretoria ad opera dei toscani Naccherino e Camilliani.

All’inizio degli anni ’70 i padri del Vaticano II, supportati dal lavorio intellettuale di teologi come Urs Von Balthasar, accolgono finalmente le pulsioni di uno spirito moderno, proteso alla ricerca del mistero che illumina di speranza la creazione di molti artisti.

Esistono, fra i tanti, due autoritratti di Conti particolarmente penetranti il suo essere ironico.

Nel rigore compositivo protagonista è la pittura di cui Nocera alimenta l’esistenza fino alla disperazione. Questa bussa alla porta di via Ritiro perché le tele restano sepolte all’ombra del duomo normanno.

Un’informazione sull’informazione: così potrebbe essere definito questo libro.

In una società che viviseziona tutto, che analizza sino all’impossibile ogni cosa perdendo il senso dell’unità e della totalità; in una condizione culturale, che si mostra disattenta ai valori etici e metafisici, l’uomo non si riconosce più: gli sfugge il senso della forma.

La problematica del sacro e l’ansia di libertà nell’uomo contemporaneo costituiscono i temi del Convegno presso la Badia Sant’Agata di Catania, nel dicembre 1989.

In 72 fascicoli – come supplementi del Giornale di Sicilia – altrettanti scrittori raccontano le bellezze dell’Isola con rigore, immaginazione, eleganza.

Poesia inquieta di un’anima che nel silenzio della coscienza colora di luce la notte.

A differenza di molta politica amministrativa la chiesa di Palermo ha coscienza di essere depositaria e creatrice di beni.

Il libro raccoglie i discorsi del Sommo Pontefice e gli indirizzi di saluto rivolti a lui da varie personalità; presenta in immagini commentate, la manifestazione dell’incontro di Papa Wojtyla con Palermo.