Presentazione: Giovanni Bonanno
Editore: Città di Noto
Pagine: 5 - 10
Anno di pubblicazione: 2014
Erede di una filosofia che considera agenti della storia non solo i geni, i corifei, i maestri, ma anche i minori, partecipi dell’identità di un popolo, Antonino Terranova indaga con dedizione il mondo creativo di un pittore, ai più ignoto, che nel sud est della Sicilia dà vita, nel secondo settecento, a una moltitudine di opere che decorano gli spazi sacri. Un autore della provincia, attivo all’interno di una geografia di confine, lontano dalle capitali dell’arte, che testimonia con il suo eclettismo l’urgenza di apertura ai linguaggi italiani della modernità . Artista consapevole di una emarginazione che blocca idee e incontri, dialettiche e sviluppi, desideroso di offrire al suo ambiente una visione – sebbene tardiva – dei fermenti artistici di alcuni maestri che lo avvincono.
Indubbiamente Costantino Carasi (Noto 1717-1799) non è un comprimario, ma ha una vocazione pionieristica che lo spinge a entrare nella dimensione aulica di Palermo, Napoli, Roma, cioè nella complessità di pittori, a un tempo pensatori e teatranti, che evocano con sensibilità , religiosa e mondana, universi di angeli e santi, vergini e martiri, madonne e cristi, in campiture di altari e nelle volte delle basiliche.