Anno di pubblicazione: 2016
X Convegno Amei
Palermo
Il Sacro Contemporaneo anche nei Musei
di Giovanni Bonanno
 Nellâindire la I Rassegna Nazionale del Sacro nellâArte Contemporanea, che si ispira ai valori umani, lâarcivescovo di Palermo, card. Salvatore Pappalardo, chiede agli artisti di riproporre con le peculiaritĂ Â dei loro linguaggi âla realtĂ interiore dellâuomo dâoggi, mortificato e chiuso nei limiti del quotidianoâ (1). Li invita, riecheggiando il pensiero di Paolo VI, a ritrarre, in quanto poeti e profeti, lâurgenza di libertĂ ., il mistero del dolore, il baluginio della speranza. Chiede loro, di lĂ da accademismi devozionali, di significare sulla tela e nella pietra la dimensione esistenziale prossima alla realtĂ del Golgota.
 Intuizione del Sacro.
 à il 1976 quando la Rassegna si inaugura coinvolgendo 41 artisti fra cui Giorgio De Chirico, Corrado Cagli, Emilio Vedova, Luciano Minguzzi, Giuseppe Migneco, Pericle Fazzini. La formula è inedita: Il Sacro nellâarte contemporanea. Non si tratta dâarte sacra, ma dellâentitĂ antropologica, della condizione umana – nel contesto di un tempo erede del nichilismo e di Auschwitz – secondo la visione di pittori e scultori che ne esperimentano lâabisso.
Allâideazione della Rassegna di Palermo partecipano Fallani, Carluccio, Perocco, Bellonzi, Calvesi. Determinanti il loro contributo nella scelta degli artisti, nellâapertura allâintelligenza laica, nel compromettere la stampa nazionale, che sottolinea la novitĂ di un evento che rimedita le istanze del Vaticano II e riflette, in minore, le tensioni formali e psicologiche della Collezione Vaticana dâArte Religiosa Moderna, abbinata ai Musei Vaticani.
Sede dellâesposizione è il palazzo arcivescovile, che per la prima volta schiude i battenti alla cittĂ . Oltre quarantamila i visitatori: intellettuali, studenti, religiosi, famiglie. Singolare lâapporto critico di quotidiani, come LâOra e LâUnitĂ , che mettono in rilievo il coraggio della Chiesa siciliana nel relazionarsi, problematicamente, allâarte del XX secolo senza preconcetti, nellâansia di favorire lâincontro e il dialogo fra teologi e artisti.
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