Editore: Giada
Pagine: 326
Immagini: 176
Anno di pubblicazione: 1985
Arte intellettuale e popolare, frutto dell’immaginazione e della fantasia, è certamente il barocco, nel cui spazio vive non solo il genio del Bernini e del Borromini, ma di molti maestri, scultori, pittori e soprattutto architetti, che operano nelle regioni italiane, in Europa e nei paesi latino-americani.
In Sicilia il barocco nasce come visione globale della vita, in un tempo in cui pubblico e privato partecipano della realtà umana e sociale, politica e religiosa, nel desiderio di costruire una storia che abbia per protagonisti individui e classi. Un’arte che non è ripetitiva del sentire e del linguaggio romano, proprio perché aderente alla psicologia di un mondo compositivo che ha radici nella Grecia e negli Arabi. Diversità culturale, questa, che condiziona positivamente il processo ideativo, legato a situazioni e ambienti, le cui voci sono incise nei volumi e nelle forme, che, a partire dagli inizi del ‘600 fino a metà del ‘700, caratterizzano l’Isola e Palermo in particolare. Pertanto grandi e piccole città testimoniano nell’architettura e nell’urbanistica, nella scultura e nella pittura, il segno di una creatività che è intelletto e sentimento del dramma quotidiano, di un essere cioè nell’angustia economica e nell’angoscia dell’inquisizione, senza disperare della libertà e di Dio.
La riscoperta e la rivalutazione della civiltà barocca nella capitale della Sicilia porta a comprendere le peculiarità che la rendono unica e irripetibile nel vasto panorama internazionale, favorendo lo sviluppo della memoria in un flash-back, nel quale è possibile percepire il senso della natura e della storia, protese nell’alterità , e di svelare nell’universale e nel particolare l’anima di una metropoli come Palermo.
Non pochi sono gli artisti che in questa stagione solare, secondo lo spirito della Riforma cattolica, rinnovano idee e stilemi arricchendo di opere i mandamenti della città . A Palermo il barocco registra la presenza di eminenti architetti, pittori e scultori, la cui produzione possiede la misura dell’intelligenza e della poesia.
Ma se la capitale si trasforma lo si deve anche all’apporto di scalpellini e capimastri, di confraternite e maestranze, che profondono la passione per la vita e per il mistero in piazze, oratori, palazzi e chiese. Così il barocco nella principale città siciliana rivela la sua essenza, non tanto con il progetto intellettuale, quanto con la cultura storica.
Il Barocco e Palermo, nella dialettica del termine, tenta di essere quindi apnea della complessa civiltà che definisce un’epoca, nel cui tréfonds si trova la fede come fantasia dell’arte e l’immaginazione quale superamento dell’hinc et nunc. Estetica e teologia non sono in antitesi. Sono componenti di una stessa cultura, che sollecita la penetrazione di capolavori, realizzati a Roma e a Palermo, dal Bernini e dal Serpotta, dal Borromini e dall’Amato, dal Cortona e dal D’Anna, quali immagini interiori della esistenza.
Indice: Introduzione di Giovanni Fallani; L’invenzione barocca; Classicismo e manierismo; Natura e arte; Rivoluzione a Roma; Caravaggio e secentismo a Napoli; Rinnovamento in Sicilia; Architetti di Palermo; Palermo città barocca; Scultori palermitani; Pittori a Palermo; Bibliografia.